A differenza dei musei, senza ragionevoli
motivazioni e senza alcuna evidenza scientifica, i teatri vengono ritenuti
dall’attuale Governo luoghi di trasmissione di virus, anziché ultimo baluardo
di civiltà, come da sempre considerati. Neanche i regimi più totalitari nei
tempi più bui erano riusciti in questa impresa oscurantista. Ci complimentiamo
con l’attuale solerte ministro della cultura e con tutti gli altri esponenti
del Governo, più realisti del re, che hanno preteso, ottenendola, la chiusura
immediata di ogni spazio di espressione del libero pensiero, cancellando con un
colpo di spugna dall’oggi al domani il lavoro indefesso di tanti artisti,
nonostante l’impegno a rispettare le normative via via imposte. Evidentemente,
dopo essersi mascherati erigendosi a paladini della cultura, hanno rivelato il
loro vero volto, guadagnandosi un posto nell’attuale storytelling. Se il
Governo intende tuttavia con questo insano provvedimento comprare il silenzio di
alcuni di noi “ristorandoli”, sappia che non tutti sono disponibili a
imbavagliare il loro radicale dissenso dal vivo.
La libertà non ha prezzo.
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