“Le cose si scoprono attraverso
i ricordi che se ne hanno. Ricordare una cosa significa vederla - ora soltanto - per la prima volta” . Cesare Pavese
“IL MESTIERE DI VIVERE”, di e con Maria Anna Stella - consulenza
drammaturgica di Roberto Ruggieri, trae
ispirazione dall’intitolazione del diario di Cesare Pavese, testimonianza di
vita da lui iniziata nel 1935, al confino, e conclusa nel 1950 sull’annotazione
“non scriverò più”, pochi attimi prima di togliersi la vita.
Lo spettacolo di
prosa, che verrà presentato agli studenti dell’Istituto
Omnicomprensivo Statale “Beato Simone Fidati” di Cascia, bene si adatta a un
pubblico di giovani in quanto, sia per i temi trattati sia per le modalità di
realizzazione, è in grado di sensibilizzarli
a problematiche esistenziali particolarmente attuali.
La performance va inquadrata nella cornice visionaria di un
teatro estremo, inteso come ‘atto di
confessione spirituale’, sulla scia della concezione poetica e
drammaturgica elaborata da Roberto Ruggieri direttore artistico del C.U.T. di
Perugia.
Che cos’è
una ‘confessione’ e che
cosa ci mostra?
E’ il racconto
di una storia. Non solo: è
parola a viva voce.
E’ un atto, è l’azione massima che è dato attuare con la parola.
Nella sua laicità, la confessione comincia sempre con un ritorno nostalgico da una fuga da sé, partendo da una situazione di dispersione e di disperazione. Grazie alla disperazione che osa chiedere spiegazioni, si attua la rivelazione. Il linguaggio, anche il più irrazionale, il pianto stesso, nasce di fronte a un possibile ascoltatore che lo raccolga.
La confessione ha luogo nell’istante stesso in cui qualcuno si espone. Ma non è la sincerità
che la giustifica, bensì l’atto, l’azione di offrirsi, perché
l’importante nella confessione non è l’esser visti,
ma l’esporsi alla vista,
il sentirsi guardati
e, in uno spazio performativo,
l’essere accolti dallo sguardo
dello spettatore, che si trasforma così in un testimone attivo e partecipe,
depositario della confessione stessa.
Maria Anna Stella, grazie alla sua scrittura sulla scena, alla forza delle sue parole e dei suoi teneri pensieri, ai suoi occhi sbigottiti di poeta, ci obbliga a leggere dentro noi stessi. In cerca della propria verità e della sua vera identità, tenterà di farci toccare, con toni a volte lievi e scherzosi, ma sempre intensi e struggenti, una scheggia del suo isolato dolore, e forse del nostro.
La sua confessione, attraverso un incontenibile e
incandescente flusso verbale, à bout de
souffle, ci fa riflettere sul carattere frammentario di ogni vita, sul caso che traccia e costella la nostra
precaria esistenza, riunendone i frammenti, sulla sua apparente insensatezza e
sulla misteriosa, serendipica ed
entelechiale tessitura che sembra occultamente contraddistinguerne il
teleologico processo.
Tutto ciò che una confessione fa, è nella speranza di recuperare un qualche paradiso perduto.
Solo scoprendo sé stessi si può scoprire la verità.
“IL MESTIERE DI VIVERE” si inserisce nel progetto “PAESAGGI DELLA
MEMORIA” SCRITTURA SCENICA D’AUTORE COME ATTO PERFORMATIVO DI CONFESSIONE, finanziato da Regione Umbria POR-FESR
2014-2020 ASSE 3 - AZIONE 3.2.1 “Bando per il sostegno di progetti nel
settore dello spettacolo dal vivo anno 2022” e PIANO SVILUPPO E
COESIONE FSC (DL 34/2019).
La performance “IL MESTIERE DI VIVERE” sarà
presentata il 13 maggio 2023 alle ore 11 a CASCIA - CHIESA DI SANT’EMIDIO.
INGRESSO LIBERO
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