PRIMA NAZIONALE
Virginia Palumbo, attrice performer diplomatasi al Centro
Universitario Teatrale di Perugia in Tecniche Teatrali Performative e in Scrittura
Scenica ha già partecipato a
precedenti performance teatrali prodotte dal Centro, con il quale
collabora da alcuni anni.
Ora è al suo debutto come solista con la
performance “GIOCASTA EDIPO ELETTRA. L’ALTRA FACCIA DELL’AMORE” - collaborazione drammaturgica di Roberto
Ruggieri, che verrà proposta in prima nazionale il giorno 5 novembre 2021
alle ore 21 presso la sala teatrale del C.U.T.- Piazza
del Drago,1.
La performance si inserisce nel progetto “LA CONFESSIONE COME GENERE TEATRALE”, innovativa e originale concezione artistico pedagogica elaborata da Roberto Ruggieri, direttore artistico del Centro.
Il progetto è finanziato da Regione Umbria POR-FESR 2014-2020 AZIONE 3.2.1. – “Bando per il Sostegno di Progetti nel Settore dello Spettacolo dal Vivo”.
INGRESSO GRATUITO. POSTI LIMITATI.
PER PRENOTAZIONI: cutperugia@gmail.com ( indicare un recapito telefonico).
E’ RICHIESTO IL GREEN PASS.
GIOCASTA EDIPO ELETTRA. L’ALTRA FACCIA DELL’AMORE
“E se ciò che non è, o non è più, fosse l’unica cosa che esiste?”
La vita è un enigma, ci dicono Edipo e Giocasta sua madre, la cui soluzione è già dentro il problema, insita in esso. Non possiamo che tentare di decifrarne i ‘segnali’ inviati che si presentano lungo il nostro cammino. Tutto è mistero. La vita, come scrisse Pessoa, assediato psichicamente, è il lato di fuori della morte. Giocasta muore cullando tra le braccia un figlio divenuto suo marito, predestinato dalle stigmate della morte, immerso nella colpa, capro espiatorio senza via di scampo che si acceca per non vedere la realtà così com’è, non rimanendogli altro che inseguire l’illuminazione interiore. A lui risale l’epidemia di Tebe: colpevole benché innocente, succube del proprio predestinato carattere, ossessionato dal bisogno di verità: si interroga e, pur avendo apparentemente libertà di scelta, carica su di sé ogni colpa. “Meglio non esser mai nati!” (Edipo, Sofocle).
Quasi tre millenni or sono con i miti greci si sono create le basi identitarie della nostra civiltà, vivaio inesauribile di simboli, sogni e storie che narrano fatti esemplari immaginati in tempi lontani e depositati oltre il tempo nell’inconscio collettivo. Sono i sogni dell’umanità. Ma i miti esprimono anche il modo inconscio di pensare della mente umana, della sua immaginazione. Pensieri che raccontano in modo enigmatico senza il bisogno di ricorrere a preventive analisi razionali.Il sogno usa lo stesso linguaggio del mito raccontando di noi stessi e del nostro mondo segreto.
Edipo si macchia di incesto -
in verità torna a unirsi alla Fonte di Mnemosine - e di parricidio – in realtà così
facendo uccide sé stesso, identificandosi con suo padre – nobiltà e infamia si
congiungono in lui inestricabilmente, inesorabilmente, inevitabilmente,
evidenziando insondabili contraddizioni proprie d’ogni individuo e dell’umanità
intera, al di là di ogni distinzione culturale e cultuale. Travolto dagli
eventi, s’immola eroicamente rendendosi così degno d’essere ricordato.
Il compito di narrare le vicende ancestrali di Edipo noi oggi lo lasciamo a Giocasta, ancora dedita a riallestire il luogo della colpa e a rivestire lo sconvenevole ruolo incestuoso di madre, per noi alle prese con lo spirito del figlio: figura materna apparentemente scialba nell’opera di Sofocle, pronta a subire tutto maternamente protettiva e rassicurante verso il figlio, a noi ha lasciato il dubbio che in verità sia proprio il contrario, e cioè che sia la presenza spirituale del figlio a rassicurare lei, vittima del suo complesso di Elettra, o addirittura che l’uno e l’altra si rassicurino vicendevolmente. Anch’ella è vittima sacrificale e complice al tempo stesso. Eroticamente e indissolubilmente uniti come sono nella perdizione e nella purezza d’un amore assoluto, essi rimangono avvinghiati fino alla morte. Oltre la morte. Da Eros a Thanatos. Il complesso di Edipo, quello di Giocasta e quello di Elettra sono complementari. Cosa si cela dietro questi desideri di ri-unione? Gli infanti usciti dal grembo materno e caduti da mani paterne, lì vogliono tornare, più o meno inconsciamente, in cerca d’un amore assoluto, per riunirsi con chi gli ha dato la vita, laddove sono venuti, verso un dopo che si augurano sia come il prima, in un viaggio all’indietro verso il Nulla.
Roberto
Ruggieri
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